Le favole di Lang

Curiosità

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"... Il nome del gruppo musicale Esben and the Witch deriva dal titolo di una fiaba danese pubblicata da Andrew Lang nel 1897 nell’opera The Pink Fairy Book. Esamino l’iconografia e il tema di questo tipo di fiabe, scritte più per gli adulti che per i bambini, un po’ come le favole del più noto Andersen – anche lui danese e scrittore nella metà dell’800 – addolcite solo dalle versioni Disney (spoiler: in realtà la Sirenetta muore!). Il gusto tetro della lotta tra streghe e bambini del racconto di Andrew Lang si ritrova nelle ambientazioni fosche e angosciose dei video del gruppo, tra quelle stanze vuote e impolverate e quelle scogliere grigie, a metà tra il fantasy e il noir." (Fonte: www.rocklab.it)




Una ideale lettera di apprezzamento scritta da Andrew Lang a Jane Austen: speechlessmagazine.altervista.org




"Andrew Lang, come lo scrittore inglese di ghost stories M.R. James, propose delle soluzioni all'enigma di Drood del romanzo "Il mistero di Edwin Drood", rimasto incompiuto per la morte di Charles Dickens. Entrambi erano convinti che Drood non fosse morto." (Stuart Kelly, Il libro dei libri perduti, traduzione di Roberta Zuppet, Rizzoli, Milano, 2006, pag.306-307)




"Andrew Lang confessò di aver trascorso con quella lettura [L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, NdR] 'parecchie ore ore di rapimento senza interruzione' e affermò che nessun altra storia gli era piaciuta tanto, tranne Tom Sawyer e l'Odissea" (Fernando Savater, Pirati e altri avventurieri. L'arte di raccontare storie, traduzione di Paolo Collo, Passigli Editore, Bagno a Ripoli (FI), 2001, pag.113)




"Anche i racconti di fate di Andrew Lang sono discretamente richiesti, ma più dai collezionisti che dai bambini. Una volta ne comprai una serie da un collega e la portai a un mercatino del libro usato (altro comparto di questo mestiere che, salvo rare eccezioni, sta esalando gli ultimi rantoli). Lì gli affari più redditizi si fanno tra venditori, mentre si montano i banchi prima dell'arrivo del pubblico. Così avvenne anche allora, e meno di una settimana dopo averla comprata per quattrocento sterline riuscii a rivendere la serie dei racconti di Lang per cinquecento sterline a un altro libraio che esponeva alla stessa fiera." (Shaun Bythell, Una vita da libraio, traduzione di Carla Palmieri, Einaudi, Milano, 2018, e-book, Settembre)




"A entrambe piacevano le storie di creature fantastiche, possedevano tutti e dodici i libri “colorati” di Andrew Lang, che ricevevano in regalo da Hugh ai compleanni o a Natale. «Sono delle bellezze», diceva Pamela." (Kate Atkinson, Vita dopo vita, traduzione di Alessandro Storti, Editrice Nord, 2014, ebook)




"Cercare di trattenere un gatto che voglia scappare è facile come stringere il mercurio tra il pollice e l'indice." Andrew Lang, da "Mister gatto", Traduzione di S. Canzi, a cura di H. Exley con le illustrazioni di J. Clarke, Edicart, 2004.




"...Ci sono, nella storia, cacciatori di volumi per i quali “dipendenza” e “caccia” diventano un destino. È questo il caso dello scrittore scozzese Andrew Lang (1844 - 1912), apprezzato studioso di Omero e dei classici, storico, poeta, giornalista e collezionista di fiabe, considerato il cacciatore di libri più famoso di tutti i tempi. Autore semi-inabissato, Lang, pur avendo avuto frequentazioni con scrittori che in Inghilterra consideravano suoi pari, come Henry James, Oscar Wilde, Aubrey Beardsley, torna alla ribalta, ad un secolo dalla morte, con un libro apparentemente minore, pubblicato in Inghilterra nel 1897, che segnò il suo irrefrenabile ardore per la bibliofilia. “Books and Bookmen” è il titolo originario di questo delizioso volume che tratta dell’amore, sconfinato, di Lang per i libri e racconta della sua idea, ossessiva, di dar loro la caccia. Il vecchio pamphlet, è per la prima volta adesso pubblicato in Italia, col titolo Uomini e libri (Elliot, pagine 185, euro 16,50), a cura di Massimo Ferraris che lo ha tradotto e ne scritto la bellissima prefazione. Il libro è considerato il «canto del cigno di un cacciatore di libri» come scrisse d’altronde lo stesso Lang, nella presentazione originale, ma in realtà è molto di più poiché l’autore passa in rassegna temi come folclore, mitologia, antropologia, religione. Uomini e libri è scritto, va sottolineato, da una mente onnivora dalla curiosità senza limiti, da uno scrittore che raccolse storie di bambini da tutto il mondo: è un libro davvero piacevole non solo per gli amanti dei libri. Lang dispensava consigli ai suoi lettori, particolarmente alle “signore che amano i libri”, titolo di un capitolo del volume. «Madame, non è una cosa alla moda l’omaggio del bibliofilo, che porgo», scriveva alla Viscontessa Wolseley raccomandandole i suoi saggi: «Sul vostro scaffale sicuri giacciono… basta, per me, che siano lì»... Domenico Nunnari, Libri, ingombrante passione